Gli ionici e l'arché
Cosa si ricerca e come?
Gli ionici, Talete, Anassimandro e Anassimene, ricercano per primi il principio originario, la causa immutabile, prima e unica di tutte le cose.
I primi filosofi, ricercano il principio delle cose con risposte e ragionamenti razionali, come ad esempio cercando l'origine dell'universo, di spiegare la vita sulla Terra e il perché le cose sono come sono e accadono come accadono.
La prima riflessione si sviluppa tra il VII e VI secolo a.C. a Mileto, grazie ai tre filosofi nominati prima, dei quali Talete è considerato uno dei Sette saggi.
Sappiamo che erano a conoscenza di nozioni tecnico-scientifiche, ricevute dalla Media e dalla Babilonia; infatti Talete predisse delle eclissi, Anassimandro inventò la prima carta geografica e l'orologio solare; ciò evidenzia che non si cercarono più cause mitiche, bensì naturali.
Sono considerati i primi intellettuali dell'Occidente e i primi ad essersi interrogati sull'origine del mondo, definendo così l'arché, la materia di cui le cose son composte, la forza che le ha generate, la legge divina e eterna che le domina e le rende visibili all'uomo
Talete e l'acqua
Ai tempi di Talete, la filosofia aveva un'immagine negativa, veniva infatti considerata astrusa e inutile dalle persone poco colte e semplici. Questo filosofo aveva conoscenze metereologiche, è stato un politico e un matematico e fisico, lui scoprì la legge del magnete e diversi teoremi(di Talete).
Egli individua come principio l'acqua perché in effetti ogni essere vivente ne è intriso e all'epoca si pensava che all'inizio ci fosse un solo grande Oceano, su cui poi si svilupparono i corpi celesti e il mondo, un disco piatto che galleggia su di esso.
L'acqua è anche la base della vita e della civiltà, e spesso veniva divinizzata per questo motivo, cosa che Talete non fa, perché in quanto filosofo deve dare argomentazioni razionali.
Anassimandro e l'apeiron
Contemporaneo di Talete, Anassimandro definisce un principio indeterminato, l'apeiron, "infinito", ritenendo che i principi individuati dagli altri due filosofi, l'acqua per Talete e l'aria per Anassimene, fossero nati da una sostanza indistinta, risultando così un concetto astratto.
Egli ritiene che le cose derivino da questa sostanza tramite un processo di separazione e differenziazione, che con un movimento rotatorio in cui i contrari si sviluppano, si creino infiniti mondi che si distruggeranno e ricomporranno in eterno. Anassimandro ritiene anche che purtroppo questa legge necessaria causa l'infelicità dell'essere umano, che non avrà più mancanza del "tutto originario" solo morendo per tornare all'unità persa.
Anassimene e l'aria
Anassimene fu un filosofo di una generazione successiva rispetto ad Anassimandro e Talete, egli identifica il principio nell'aria o nel respiro, a cui vengono attribuiti l'infinità e il movimento incessante, in quanto forza che anima il mondo e da inizio al mutamento.
L'aria si trasforma e genera tramite condensazione, diventando vento, nuvole, acqua, terra, pietra; e rarefazione, trasformandosi in fuoco. L'universo è stato formato con questo processo, si dissolverà nell'arché per poi rigenerarsi da esso per l'eternità.
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