Zenone e i paradossi

 

Zenone e i paradossi logici
Zenone di Elea, allievo fedele di Parmenide, sostenne sempre la teoria dell'essere come realtà assoluta del suo maestro, trovando insanabili contraddizioni logiche. Per Parmenide l'essere è uno e immutabile, per questo Zenone confutò i pitagorici, con la pluralità dell'essere e delle cose, e Eraclito e i suoi discepoli, che credevano nel movimento delle cose.
Questo processo è chiamato riduzione all'assurdo, nel quale viene utilizzata la logica e la matematica per dimostrare la propria tesi creando così un paradosso tra la propria tesi e quella avversaria.

La confutazione del movimento
Zenone è famoso per i suoi paradossi, quello più famoso è quello di "Achille piede veloce" con il quale confutò il movimento, in cui Achille non avrà mai la possibilità di raggiungere la tartaruga, in quanto anche essa si muove.
Un  secondo paradosso è quello della freccia, che per arrivare a metà del tragitto dovrà percorrere la sua metà, quindi a sua volta essa dovrà percorrere la metà della metà e cosi via.


Paradosso di Achille e la tartaruga


Paradosso della freccia

Questi paradossi servirono per definire l'infinita divisibilità dello spazio, che se fisico e reale era allora finito, questo rendeva l'infinità una possibilità teorica.
Questa fu una delle prime forme di ragionamento dimostrativo applicato alla filosofia, rendendo così Zenone il "padre della dialettica".


Commenti

Post più popolari