I sofisti e Protagora

 I sofisti e il loro progetto educativo
I sofisti sono i filosofi che riflettono dei problemi dell'uomo della società, essi sono considerati i primi insegnanti a pagamento in assoluto, erano infatti detentori del sapere relativo, che veniva distribuito nella società. Secondo il loro pensiero il sapere si doveva esercitare per entrare in politica, dato che l'esercizio comportava una mentalità aperta e cosmopolita
Il termine sofista significa letteralmente "sapientissimo", ma oggi ha un'accezione negativa data anche da Platone e Aristotele, che ritenevano che il sapere dovesse essere elitario e tradizionale.
Sui sofisti si hanno difficoltà interpretative, in quando le fonti dono frammentarie e di Platone, la loro filosofia ebbe il culmine di diffusione con Protagora e Gorgia e poi dai loro discepoli, Prodico, Ippia e Antifonte.
I sofisti volevano diffondere un sapere pratico e operativo come unico fondamento della virtù, all'epoca la capacità di vivere in società.


Protagora


L uomo come criterio di giudizio della realtà
Una celebre frase di Protagora è "L uomo è misura di tutte le cose", al soggetto di questa frase sono state date tre diverse interpretazioni:
1. "uomo" come singolo individuo dal punto di vista soggettivo;
2. "uomo" come genere umano, la cui percezione e valutazione dipende dalla conformazione mentale;
3. "uomo" come civiltà, dando così il concetto di relativismo culturale.
Si pensa che per il filosofo di Abdera il termine "uomo"  valga per tutte le interpretazioni, perché in tutti i casi l'uomo è criterio di giudizio della realtà e dell'irrealtà delle cose. Questo suo punto di vista è relativistico, in quanto non esiste un'unica realtà e nessuna legge naturale che stabilisce il bene e il male, e umanista, per il quale esiste un rapporto tra conoscenza, data dal contesto socio-culturale in cui si forma, e abitudine.

Il potere della parola
Per Protagora l'uomo come criterio di giudizio della realtà e irrealtà delle cose  è rappresentato dall'utile, ciò che si concorda essere il bene del singolo e della comunità, strettamente legato alla parola, che fa procedere al consenso, al potere dei gruppi più forti e alla persuasione da parte di chi ha strumenti logico-espressivi.
Per questo il filosofo di Abdera teneva all'insegnamento della retorica, l'arte del ben parlare per persuadere con parole chiare, semplici e convincenti, tenendo conto sia dei vantaggi e degli svantaggi di un argomento con il metodo dell'antilogia.



La politica come "tecnica di tutte le tecniche"
Secondo Protagora il progresso della civiltà umano non sarebbe stato possibile senza le tecniche e anche la politica, posseduta da tutti gli uomini e perfezionabile con l'educazione, concetto base del governo democratico di Atene messo in atto da Pericle. Questa concezione di cultura era strettamente opposta rispetto a quella dei filosofi precedenti, come Parmenide, che riteneva che il sapere dovesse essere elitario.


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